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Lo spasmo ipnico si identifica con una fastidiosa sensazione di cadere nel vuoto durante il sonno determinata da una contrazione involontaria e benigna dei muscoli del corpo. Di seguito un approfondimento su questo fenomeno che, per quanto sporadico, ha fatto trasalire chiunque almeno una volta nella vita.

Quando avvengono e sono più frequenti gli spasmi ipnici

Lo spasmo ipnico è una contrazione involontaria dei muscoli del corpo: si tratta di una sensazione che è stata certamente provata da chiunque poiché è comunemente conosciuta come la sensazione di “cadere nel vuoto”.

Dal punto di vista scientifico, quest’impressione viene definita spasmo ipnico ed è una lieve contrazione involontaria dei muscoli di tutto il corpo, in particolare della muscolatura di braccia e gambe. Può interferire con il nostro sonno nella fase di addormentamento e, usualmente, si presenta con una maggiore frequenza quando si attraversano dei periodi ricchi di stress, ansia o si eccede con la caffeina.

Diverse ricerche, tra cui quella effettuata dall’Università di Bologna nel 2016, hanno confermato che lo spasmo ipnico ha una percentuale di diffusione compresa tra il 60% e il 70% nella popolazione adulta. Provare la sensazione di cadere nel vuoto nel sonno è generalmente un fenomeno sporadico, privo di risvolti patologici, che accomuna entrambi i sessi e si riscontra in tutte le età.

Lo spasmo ipnico avviene con maggiore frequenza durante la fase iniziale del sonno: la contrazione involontaria muscolare notturna, denominata mioclono, avviene nella prima fase del sonno, quella in cui l’organismo si rilassa per favorire l’addormentamento. In lingua inglese, infatti, lo spasmo ipnico viene tradotto con “sleep start”, ovvero inizio del sonno. Il sonno in questa fase è leggero, quindi, e viene facilmente disturbato dai miocloni che provocano un temporaneo risveglio. Questa fase del sonno, caratterizzata da una durata di circa un’ora/un’ora e mezza, viene definita non REM (non rapid eye movement), poiché gli occhi rimangono immobili e vi è un rallentamento del battito cardiaco e della frequenza respiratoria.

Spasmo ipnico_2_796x448 - Spasmo ipnico disturbi

Le cause di uno spasmo ipnico

La scienza non è riuscita a individuare con certezza le cause dello spasmo ipnico: ad oggi, sono state condotte diverse ricerche sul sistema nervoso che hanno ipotizzato un coinvolgimento di un’area del nostro cervello denominata sottocorticale, la materia cerebrale situata in profondità e presente in ogni zona cerebrale (lobo frontale, lobo temporale, ecc.).

Quest’ultima controlla la trasmissione dell’impulso nervoso alle fibre nervose che coordinano i nostri movimenti lungo la colonna vertebrale. Secondo gli studiosi, dall’area sottocorticale si originano degli impulsi nervosi non volontari che si propagano nel sistema nervoso centrale generando gli spasmi muscolari. Il momento più favorevole per questa “scossa nervosa” è quello compreso tra la veglia e il sonno, poiché il cervello, pur rimanendo in uno stato di allerta, non riesce a innescare i fisiologici meccanismi di rilassamento pre-addormentamento.

Cosa può favorire gli spasmi ipnici

Tra gli elementi che, quando presenti, possono aumentare le probabilità di provare lo spasmo ipnico ci sono:

  • ansia e stress: possono sovraccaricare il sistema nervoso, aumentando i tempi richiesti per il rilassamento;
  • eccesso di caffeina: è una sostanza eccitante del sistema nervoso che agisce stimolando lo stato di veglia e mantenendo eccessivamente vigile il cervello;
  • privazione del sonno: contrariamente a quanto ci si aspetta, la privazione del sonno non favorisce un addormentamento né un sonno più pesante. Il cervello vive la scarsità di sonno al pari di un forte stress e reagisce allungando i tempi di addormentamento;
  • esercizio fisico intenso nelle ore che precedono il sonno: l’eccessiva attivazione del sistema neuro-muscolare attraverso uno sforzo fisico intenso o agonistico facilita la propagazione degli spasmi muscolari.

Nella maggior parte dei casi, lo spasmo ipnico è fisiologico, poiché si verifica occasionalmente e non disturba il naturale decorso del sonno. Tuttavia, quando i miocloni notturni divengono talmente frequenti da alterare non solo la fase di addormentamento ma anche il riposo, allora ci trova di fronte a un vero e proprio disturbo del sonno che può comportare ansia e stanchezza durante le ore diurne.

Spasmo ipnico_3_796x448 - Spasmo ipnico cause

Rimedi per ridurre ed evitare gli spasmi ipnici

Nei casi in cui le contrazioni muscolari diventino un ostacolo all’addormentamento con troppa frequenza, è possibile mettere in pratica alcune strategie utili per prevenirle, tra cui:

  • praticare attività rilassanti nelle due ore che precedono il sonno: yoga, meditazione e tecniche di rilassamento possono facilitare la distensione neuro-muscolare;
  • limitare il consumo di sostanze eccitanti come la caffeina;
  • evitare di ridurre drasticamente le ore di sonno: la privazione del riposo è tra i fattori che più predispongono alle contrazioni muscolari;
  • dormire in una posizione comoda: utilizzare un buon materasso può aiutare a rilassare fisiologicamente la colonna vertebrale, alleviando contratture muscolari da stress o da allenamento.

In generale, avere una sana routine del sonno e mantenere costante l’orario di addormentamento e di risveglio favorisce l’equilibrio del nostro ciclo sonno-veglia, aiutando a migliorare la qualità complessiva del riposo. Se tale equilibrio fatica a ristabilirsi nonostante la correzione delle abitudini sbagliate, possono essere d’aiuto vari prodotti da banco e integratori, anche di origine naturale, grazie ai quali recuperare efficacemente ritmi più regolari.

FAQ


  • Lo spasmo ipnico è una contrazione involontaria dei muscoli del corpo che si verifica nella prima fase del sonno, quella dell’addormentamento, causando la sensazione di “cadere nel vuoto” e determinando un breve risveglio.
     

  • Quando si ha la sensazione di cadere nel sonno si sta sperimentando uno spasmo ipnico: questo fenomeno ha luogo con maggiore frequenza nella prima fase del sonno durante la quale il sonno può essere facilmente disurbato dai miocloni. In particolare nell’area sottocorticale del cervello si generano degli impulsi nervosi non volontari che si propagano, generando degli spasmi muscolari.
     

  • Gli spasmi ipnici sono caratteristici della prima fase del sonno, quella durante la quale il corpo si rilassa per favorire il rilassamento.
     

  • La posizione supina è la migliore da assumere per il benessere della colonna vertebrale, evitando tensioni al tratto cervicale.

    La posizione prona è la posizione meno favorevole per il benessere del nostro corpo e soprattutto della nostra schiena. Questa posizione infatti comporta una compressione dello sterno che spesso provoca russamento. Inoltre, dormire proni a pancia in giù costringe a girare la testa poggiandola sul cuscino in posizione non naturale e creando tensione nel tratto cervicale.

    La posizione fetale, anche se non consigliabile come la posizione supina, può essere d’aiuto per dormire bene in diverse circostanze.
     

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